Convegno CibusTec 2009
Un’inchiesta condotta in Gran Bretagna nel periodo 1988-1994 denuncia che il 41% di tutte le richieste di risarcimento danni causati dalla presenza nei prodotti alimentari di corpi estranei era rappresentato da ritrovamenti di metalli, vetro e sassi. Un’altra indagine, del 2008, mostra come solo in Italia il 9% delle notifiche di rilevamento di contaminanti negli alimenti riguardasse metalli pesanti ed altri “corpi estranei”. Non tutti i consumatori che hanno sperimentato la sgradita sorpresa compongono il numero del servizio clienti o scrivono alle imprese produttrici: si stima un rapporto di 1 a 20 per ogni lamentela regolarmente dichiarata. Molto più semplicemente cambiano abitudini di consumo, effetto che a macchia d’olio in casi come questo si propaga da persona a persona, quindi l’azienda produttrice ne ha un danno economico in termini di minori vendite e perdita di immagine. Ancora superiore l’impatto in caso che la notizia del corpo estraneo rinvenuto appaia sulla stampa. Come l’azienda si può proteggere da questi eventi infausti? Parmacontrols Srl, azienda italiana produttrice di sistemi per il Controllo Qualità per le linee di packaging alimentare ed imbottigliamento, ha voluto approfondire il problema organizzando un convegno durante il recente Cibus Tec 2009, dal titolo “L’ispezione del packaging alimentare con i raggi X: tutela per il consumatore ma anche tutela dell’immagine aziendale e riduzione dei costi”. Lo scopo era esaminare gli aspetti tecnici, scientifici, legali ed assicurativi nonché economici dell’uso della tecnologia X-Ray in azienda. “E’ un argomento attinente al Controllo Qualità ancora apertamente misconosciuto e sottovalutato, di cui si ha ingiustamente timore perché è nuovo” ha dichiarato il Dr. Emilio Chiesi, A.D. di Parmacontrols. Il prof. Massini, responsabile scientifico del laboratorio SITEIA ed ordinario di Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Parma, ha chiarito che per controllo qualità si deve intendere il complesso delle procedure attuate nell’azienda al fine di evitare o ridurre al minimo il rischio di produrre un prodotto non idoneo o pericoloso per il consumo umano. Ciò significa istituire ed applicare processi di analisi della manifestazione del rischio nel processo produttivo, individuare i punti critici di controllo ed apportarvi azioni correttive (metodologia HACCP). Il professore ha sottolineato,dati e tabelle alla mano, che al momento attuale la tecnologia basata sui raggi X é la migliore in termini di efficacia ed efficienza. Essa individua i metalli ferrosi, per i quali esiste la collaudata ma limitata tecnica dei metal detector, ma soprattutto i metalli non ferrosi ed i corpi estranei come radio opachi come vetro, pietra, ossa, plastiche e gomme dense.“La probabilità del rischio non può essere annullata” ha ricordato il prof. Massini quindi la migliore soluzione, ha continuato il prof. Massini, è allora quella di adottare le più avanzate tecniche disponibili che siano economicamente compatibili e trovare il migliore compromesso tra sensibilità della macchina e falso scarto generato, questo perché è l’obiettivo primario è quello di avere la macchina sempre operativa più di quello di vedere corpi estranei piccolissimi. “La dose che il prodotto alimentare riceve in una normale macchina di controllo a raggi x è pari a quella che noi stessi riceviamo in un volo di un’ora tra Milano e Londra, mentre tranquillamente consumiamo gli snacks e le bevande che ci vengono offerti: non corriamo nessun pericolo né noi né quello che mangiamo è pericoloso…” ha esordito Giuseppe Giusiano, tecnico della Deposito Avogadro Srl, Gruppo Fiat, società competente in materia di radioprotezione e riconosciuta dalla legge italiana. Giusiano ha osservato che le attuali macchine a raggi X sono dotate di sistemi di controllo tali che non comportano alcun rischio per il personale. e sono innocue per il prodotto finito. In Italia, il decreto legislativo 230/95 regola il campo di applicazione delle macchine X-Ray nell’industria alimentare. Essa dispone che l’imprenditore ha il solo obbligo di certificare la macchina tramite un organismo terzo, un esperto in radioprotezione iscritto ad un apposito albo nazionale, e di avvisare della presenza e dell’uso della macchina gli enti competenti. La legge, ha poi detto Giusiano, tra l’altro assolutamente non prescrive che si debba dichiarare in etichetta l’uso di macchine di controllo a raggi x, proprio perché le dose assorbite sono poco oltre la naturale quantità di radiazioni che esistono in natura. Questo obbligo esiste solo per prodotti ottenuti da derrate alimentari irradiate con potenze enormi al fine di sterilizzarle, cioè a potenze neanche paragonabili per quelle in gioco nei controlli a raggi x aeroportuali o quelli per i prodotti alimentari. L’avv. Giuseppe Foglia di Parma ed il dr. Giovanni Sgarbi di Assiteca BSA hanno introdotto il tema della responsabilità dell’imprenditore e le eventuali salvaguardie assicurative davanti sia al consumatore danneggiato sia alla propria azienda, marchio e dipendenti. L’imprenditore che dimostra, in sede dibattimentale, di “aver fatto tutto il possibile” per prevenire il danno al consumatore finale si tutela sia riguardo all’entità del risarcimento sia riguardo a frodi o sabotaggi intentati nei suoi confronti. La macchina a raggi X individua contaminanti di dimensioni millimetriche e la sua installazione in azienda equivale a proteggere la salute del consumatore, qualificare e proteggere il proprio marchio meglio di qualunque altra tecnologia, a garantire quindi il proprio fatturato: il dr. Emilio Chiesi ha per questo presentato uno studio di marketing americano che dimostra e quantifica quanto è il costo in termini di mancate vendite derivato da ogni rinvenimento di un corpo estraneo, con dati realistici utilizzando una idonea tabella preparata per attualizzare in modo scientifico tale costo “occulto”. In breve si dimostra facilmente come invece di avere questi costi nascosti sia più conveniente pagare l’ammortamento relativo all’acquisto di un sistema di controllo a raggi x, soprattutto perché ci si attrezza per scongiurare quello che il dr. Chiesi ha definito il “BIG ONE”, cioè quell’evento eccezionale ma possibile per il quale un rinvenimento diventa talmente importante che arriva sulla stampa e crea serissimi problemi di immagine all’azienda, con costi sproporzionatamente più significativi dell’acquisto di un sistema di controllo a raggi x. Costituita nel 1992, Parmacontrols Srl svolge la sua attività nel campo dei sistemi di controllo per l’area packaging dei settori alimentare, conserviero, dell’imbottigliamento, farmaceutico e chimico, per i settori di produzione industriale degli imballaggi in metallo, vetro, plastica e relative chiusure. Dal 2007 installa macchina X-Ray della Smiths Detection in Italia, Europa dell’Est e Medio Oriente.
Il filmato del convegno è disponibile in DVD facendone richiesta a Parmacontrols Srl.
Via Mantova 49/A, 43100 Parma - tel. 0521775064, email sales@parmacontrols.it.